“Il problema fondamentale del destino della specie umana a me sembra sia questo: se, e
fino a che punto, l’evoluzione civile riuscirà a padroneggiare i turbamenti della vita
collettiva provocati dalla pulsione aggressiva e autodistruttrice degli uomini. In questo
aspetto proprio il tempo presente merita forse particolare interesse. Gli uomini adesso
hanno esteso talmente il proprio potere sulle forze naturali, che giovandosi di esse
sarebbe facile sterminarci a vicenda, fino all’ultimo uomo. Lo sanno, donde buona parte
della loro inquietudine, infelicità, apprensione. E ora c’è da aspettarsi che l’altra delle due
“potenze celesti”, l’Eros eterno, farà uno sforzo per affermarsi nella lotta contro il suo
avversario parimenti immortale. Ma chi può prevedere se avrà successo e quale sarà
l’esito?”
Postilla del 1931 aggiunta da Freud a “Il disagio della civiltà”, 1929

È molto difficile nel tempo presente intravedere come l’Eros, una delle due potenze celesti indicate da Freud, possa affermarsi per rallentare e fermare il Tanatos che tanto turba ed invade attualmente la vita collettiva.
Anche chi non vive sotto le bombe nella sua quotidianità, anche chi non è a diretto contatto con la distruttività e l’odio percepisce che stiamo vivendo un’epoca di trasformazione e sconvolgimento etico e sociale, una sorta di interregno in cui nuove forme non si intravedono ancora.
Il senso di continuità che dal secondo dopoguerra abbiamo vissuto si sta sgretolando, la vita collettiva è pervasa dal marasma esterno che inevitabilmente si riverbera nel nostro mondo interno che sembra non trovare il conforto di quei regolatori sociali affidabili che finora hanno assicurato la salute psichica della comunità di appartenenza di ciascuno di
noi.
In questo frangente storico noi psicoterapeuti di AGIPPsA ci sentiamo particolarmente preoccupati per le giovani generazioni, quelle che incontriamo sofferenti nei nostri luoghi di lavoro, esposte a reti di alleanze sovvertite, a limiti ignorati, a linguaggi ed azioni violenti e non rispettosi dell’altro, senza quella sicurezza di base cui avrebbero diritto e che abbiamo
a gran voce reclamato nel nostro Manifesto.
Come già detto nel Convegno Nazionale dell’ottobre 2024, riprendendo le parole di Hanna Segal, riteniamo che il vero crimine è il silenzio (1987) e noi non possiamo colludere con la anestesia psichica collettiva che sembra essere l’unica difesa possibile di fronte alla quantità di Tanatos che ci pervade.
La guerra non è un destino, la violenza non può essere una scelta. L’umanità può fermarsi a un passo dal baratro – e la Storia tante volte lo ha mostrato – se affiora il senso di responsabilità, l’intelligenza, la volontà, il pensiero, la voce, l’ascolto. Il futuro può essere garantito se ci si allea con la vita e se si ha fiducia nelle qualità morali dell’essere umano che può sempre apprendere dall’esperienza.
Al valore della forza e della prepotenza si può opporre il valore del rispetto e dell’importanza di ogni singolo uomo. Siamo, infatti, consapevoli che queste esposizioni traumatiche lasciano tracce mute e incistate che si trasmettono di generazione in
generazione. Occorre, allora, come comunità di psicoterapeuti dell’infanzia e dell’adolescenza essere attenti testimoni di quanto sta accadendo nei loro funzionamenti  mentali e dare significato alle loro condotte, unire e condividere le nostre esperienze terapeutiche e occuparsi della costante manutenzione della mente in difesa del pensiero costruttivo.

Auspichiamo un umanesimo civile che promuova il pensiero e, quindi, un’alleanza con la vita.

– Annalucia Borrelli

“If you would talk to your daughter about safety, talk to your son about consent”